Fu la frase epica di una mia amica che, non troppo tempo fa, dopo i bagordi dell’ultimo dell’anno ebbe un po’ di problemi nel contenimento dei liquidi, diciamo così.
Da allora è stata costantemente presa per il culo, una sorta di bersaglio facile dallo stomaco debole.
Ecco. Fino ad adesso.
Sono sul letto. Il piumone a fare da sudario, una felpa col cappuccio a nascondermi, una camomilla accanto, un’aspirina dentro lo stomaco, svariati ricordi della notte di ieri assenti e la netta percezione che il mio corpo mi stia mandando dei segnali piuttosto evidenti del suo disagio.
Capisci di stare invecchiando quando, il giorno dopo una serata alcolica, sembra che ti abbiano messo sotto con un camion. E deliberatamente fatto marcia indietro e ripassato sul corpo inerme.
Io non ero così. Cioè, un mio orgoglio era poter dire “mantengo sempre alta la dignità persino quando alzo il gomito”
Non più.
Non quando fai finta di essere sobria e in realtà fai fatica a rimanere in equilibrio.
Non quando ti rovesci addosso, da seduta, mezzo bicchiere di White Russian e l’unica cosa che ti viene in mente è lo spreco di alcool, mica gli stivali da buttare.
Non quando sei convinta di fare discorsi interessanti e con un certo livello di profondità e, invece, chi ti ascolta recepisce solo gorgoglii e farfugli.
Non quando non ricordi le persone che hai visto, con cui hai parlato e riso per una buona mezz’ora.
Non quando, nel bel mezzo di una conversazione seria, fermi la persona che parla alzando la mano in segno di stop e, con educazione, esclami “scusa un attimo, vado a vomitare”.
Non quando, in un hangover degno dei migliori film americani, ti riduci a cercare su google le parole "rimedi per il doposbronza".
Non quando, in un hangover degno dei migliori film americani, ti riduci a cercare su google le parole "rimedi per il doposbronza".
No, la dignità credo di averla affogata in qualche bicchiere di troppo.
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